Ashtanga Yoga

Nel metodo del Vinyasa insegnato da Sri K. Pattabhi Jois le posture sono combinate in serie variando in difficoltà ed effetto. La prima serie è terapeutica e corregge l'equilibrio del corpo e della mente. La serie intermedia continua il lavoro della prima ma va più in profondità, aprendo i Nadis (o canali nervosi) che sono simili in concezione ai meridiani dell'agopuntura. Le serie avanzate lavorano ancora più in profondità, aumentando stabilità, forza, equilibrio e apertura del corpo.

C'è una logica nell'ordine delle asana. Vinyasa significa movimento sincronizzato con il respiro. Il respiro è il cuore di questa disciplina e collega una asana all'altra in un ordine preciso. Ogni postura o gruppo di posture ha un particolare effetto che può essere bilanciato o equilibrato da un'altra postura o gruppo di posture.

Il movimento tra le posture è importante e fa parte della pratica. Come si entra ed esce dalla postura è parte integrale della forma. Il respiro è sempre sincronizzato con il movimento in modo ben preciso come lo sguardo.

La consapevolezza del respiro è la base di una corretta pratica delle asana. Durante la pratica delle asana si pratica la respirazione Ujjay. La gola deve essere rilassata ed aperta, producendo una leggera chiusura della glottide, l'aria che entra ed esce produrrà un suono; la qualità del respiro della respirazione Ujjay deve essere dolce, profonda e forte.

Lo sguardo (Drishti), ovvero il punto dove direzionare lo sguardo e l’intenzione durante la pratica, è importante per una corretta pratica. In ogni postura e durante il movimento che collega un’asana e l’altra c’è uno specifico punto dove guardare. Il drishti è molto importante per una corretta pratica dello Yoga, è uno strumento che aiuta a quietare la mente sviluppando la concentrazione, a rivolgere l’attenzione verso “l’interno”, portando nel tempo la pratica da un’esperienza puramente fisica verso uno stato meditativo, di profonda consapevolezza.

Durante la pratica, si fa uso dei Bandha (chiusure-sigilli). Mulabandha è la contrazione dell'ano che implica la contrazione del centro del perineo. Uddyanabandha è la contrazione addominale verso la spina dorsale, che si produce spingendo la radice dell'ombelico verso i reni. Questi Bandhas sono la base nella pratica delle asana, anche se richiedono un lungo periodo di pratica prima di poter essere controllati appieno.

Il rilassamento finale è molto importante ed è l’opportunità per riportare mente e corpo in uno stato di quiete (omeostasi).

Si suggerisce di praticare a stomaco vuoto: aspettare almeno 3 o 4 ore dopo il pasto. Non bere acqua durante e subito dopo la pratica: aspettare almeno mezz'ora.

L'abbigliamento deve essere comodo ed elastico (pantaloncini corti, magliette a maniche corte, calzamaglie) sono in modo da permettere all’insegnante di vedere l'esatto allineamento del corpo. Si suggerisce inoltre di praticare senza collane, anelli, orologi, ecc.

Non abbiate timore di sudare o di sentirvi affaticati. Riponete l'attenzione sulla respirazione, muovendovi con consapevolezza e stabilità nel basso addome. Con il tempo sorgerà in voi una nuova energia, eliminando in questo modo la stanchezza e rinforzando sia la mente che il corpo.

Le donne durante il periodo mestruale non dovrebbero fare posture invertite.

Pratica Guidata: L'insegnante guida gli studenti nell'esecuzione di una parte delle posizioni della prima serie rispettando il sistema del Vinyasa e preparandoli per la pratica personale.

Pratica Personale (o stile Mysore): In questa lezione è richiesta la conoscenza della sequenza delle posizioni. L'insegnante segue gli studenti nella pratica correggendo e intervenendo individualmente. Questo metodo aiuta a consolidare e sviluppare la propria pratica.